29 marzo 2019 Centrale di potabilizzazione “Val di Setta”

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Il 29 marzo 2019, pochi giorni dopo la giornata mondiale dell’acqua, con le classi prima A, prima B e prima C siamo stati in visita alla Centrale di potabilizzazione “Val di Setta”. Si tratta di un importante -e storico- impianto di potabilizzazione che rifornisce di acqua potabile una consistente parte (più di 500000 persone!) della città di Bologna e della provincia. Dopo essere stati accolti nella Sala Conferenze per le presentazioni e le introduzioni, siamo stati accompagnati nei vari luoghi dell’impianto. Un cartello ci segnalava che proprio lì si trovano i resti della parte iniziale dell’antico acquedotto romano di Bologna, anche se non abbiamo potuto visitarli.

Centrale Val di Setta cartellone
Un cartello ricorda che proprio in questo sito gli antichi romani avevano costruito la parte iniziale dell’acquedotto romano di Bologna. Fotografia scattata il 29 marzo 2019.

Dopo che l’acqua viene prelevata dal fiume raggiunge due enormi vasche rettangolari di decantazione. I condotti che vediamo sono davvero pittoreschi, sembrano ruscelli, vediamo anche tubazioni e chiuse, in una delle quali abbiamo intravisto alcuni pesci che ho provato a fotografare senza successo.

Centrale Val di Setta Chiusa delle vasche di decantazione
La fotografia cercava di immortalare alcuni pesci che sono finiti in questa chiusa che conduce l’acqua appena prelevata dal fiume alle vasche di decantazione. Fotografia scattata il 29 marzo 2019.

L’acqua delle vasche di decantazione, dopo l’opportuno tempo in cui i residui si depositano sul fondo e vengono aspirati dai raschiatoi, viene trasferita ai filtri a sabbia. In questa centrale ne sono disposti 12, di forma rettangolare e dimensioni inferiori rispetto a quelle delle vasche di decantazione. Nei filtri a sabbia l’acqua passa attraverso uno strato di sabbia che la purifica, e gocciola al di sotto di ognuna di queste vasche, dove viene raccolta e convogliata alla lavorazione successiva. In mezzo alla sabbia sono presenti anche alcuni tubicini attraverso i quali si fa gorgogliare aria o fuoriuscire acqua pulita dal basso, quando è necessario effettuare le operazioni di pulizia della sabbia.

Una delle dodici vasche dei filtri a sabbia dell’impianto ed un tubicino di insufflaggio che ci viene mostrato dalla guida. Fotografia scattata il 29 marzo 2019.

Subito dopo il passaggio attraverso i filtri a sabbia l’acqua entra nelle vasche di chiariflocculazione in cui viene ulteriormente purificata.

Vasche e macchinari all’interno dell’impianto. Fotografia scattata il 29 marzo 2019.

Dopo numerose lavorazioni l’acqua è depurata dai residui ma può ancora essere contaminata da microorganismi potenzialmente pericolosi come batteri, virus, larve di parassiti, ecc. Per sterilizzarla si utilizzano trattamenti con cloro oppure trattamenti ancora più efficaci -anche se un po’ più costosi- come l’ozonizzazione, che ha anche il vantaggio di non lasciare sgradevoli odori né sapori. Sia gli alunni che io abbiamo trovato questa visita davvero molto interessante, è stata senz’altro un’occasione preziosa per vedere di persona alcune delle cose che studiamo sui libri di tecnologia e che hanno un’importanza così rilevante per la nostra società. Grazie alle nostre guide ed alle mie colleghe che hanno contribuito all’organizzazione dell’evento!