Le deformazioni della prospettiva

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Quando osserviamo lo spazio intorno a noi e gli oggetti che lo occupano si verificano alcuni fenomeni visivi ai quali siamo abituati ma che in realtà presentano alcune stranezze.

Il refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie a Milano e "L'ultima cena" di Leonardo Da Vinci
Il refettorio del Convento di Santa Maria delle Grazie, a Milano, ed il dipinto di Leonardo Da Vinci, “L’ultima cena”. La porta che interrompe la parte bassa della tavolata fu realizzata in epoca successiva. Foto di Joyofmuseums da Wikisource.

Alcuni di questi fenomeni sono stati sfruttati da Leonardo Da Vinci per dipingere “L’ultima cena“: la persona che osserva il dipinto è portato a credere che la stanza prosegua oltre la parete, e tutte le linee prospettiche convergono sulla figura di Gesù. Nella realtà sarebbero linee parallele e non dovrebbero incontrarsi mai, eppure allo sguardo sembrano convergere. Osservando la pianta del refettorio sulla cui parete è dipinta “L’ultima cena” possiamo avere conferma che essa è rettangolare.

Santa Maria delle Grazie
Planimetria analitica delle strutture della chiesa e del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. Tratto da “I monumenti italiani – rilievi raccolti a cura della reale accademia d’Italia – Fascicolo X – Il gruppo monumentale di Santa Maria delle Grazie a Milano – testo e rilievi di Agnoldomenico Pica – La libreria dello Stato – 1937.

Questo effetto è simile a quello che si verifica quando osserviamo i binari della ferrovia: guardando in lontananza sembra di vedere il punto in cui essi si incontrano, eppure sappiamo che la ferrovia proseguirà per decine e decine di kilometri senza che i binari si incontrino.

Binari ferroviari
Due linee parallele (in questo caso i binari ferroviari) viste in prospettiva paiono incontrarsi. Fotografia di Martin_Winkler_Fotografie da Pixabay.

Un’altra deformazione della prospettiva crea molti problemi quando da un’immagine prospettica vogliamo risalire alle dimensioni degli oggetti: gli oggetti ci appaiono più grandi se sono vicini ma, man mano che si allontanano, ci appaiono più piccoli.